Considerazioni
sulle condizioni di arresto al semaforo alla luce dello stato di
fatto esistente
visto
nel suo divenire storico
********
analisi
osservazioni e proposte tese a superare le carenze attuali
All'attuale
gestione dei semafori si è arrivati attraverso modifiche
dall'impostazione iniziale con aggiustamenti successivi.
Con
adattamenti empirici ci si è spostati dai tempi di giallo
lungo degli anni 70 a tempi di giallo più corti con aumento
del tempo di tutto rosso. Una scelta tesa ad evitare che
l'intersezione fosse impegnata fino all'ultimo istante di giallo con
pericolo di conflitto.
In
Italia questo nuovo intendimento è esplicitato a partire dal
bollettino 150 CNR del 1992 .
Un
intendimento acuito successivamente nel documento
"STUDIO
PRENORMATIVO, RAPPORTO DI SINTESI - "NORME SULE CARATTERISTICHE
FUNZIONALI E GEOMETRICHE DELLE INTERSEZIONI STRADALI"
generalmente
chiamato CNR2001, pur mai assunto a rango di legge.
Una bozza. _ Uno dei relatori dei relatori
scientifici non esclude la
possibilità che contenga errori, contrattualmente non doveva
essere adoperata ne in toto ne in parte.
L'erosione
del rosso a scapito del giallo, è fatto generale in tutti i
paesi del mondo, del resto attività amministrative,
accademiche, finanziarie tendono ad uniformarsi ad un pensiero
omologato, prescindendo da diversità delle varie
articolazioni
di legge, creando così inconvenienti e tensioni locali anche
di grande rilievo.
Nel
caso di specie questa erosione del tempo di giallo a favore del tempo
di tutto rosso è avvenuta
-
in
difformità dell'art 41/10 che
prevede lo sgombero con il giallo
-
prevedendo
movimento del veicolo durante la
fase di tutto rosso in contrasto al 41/11
-
abbandonando
il criterio tradizionale per il
calcolo dei tempi persi dato che non è più
possibile sapere quale parte del tutto rosso attenga al fermo di tutte
le correnti.
Esisteva
un'alternativa, al tempo di sicurezza giallo per legge, si poteva
aggiungere un tutto rosso per tutti fermi e questo sarebbe stato
conforme al c.d.s ma avrebbe diminuito il livello di sevizio.
Dilatando
il rosso a scapito del giallo, è stato possibile individuare
un tempo di giallo valido per tutte le intersezioni a prescindere
dalla lunghezza della linea di sgombero fino all'ultimo punto di
conflitto.
Tutto
questo è entrato nella consuetudine del progettista nei
pochi
(percentualmente) incroci semaforizzati dove tale figura è
intervenuta, negli altri posti si è scimmiottato.
Nel
92
il tempo di tutto rosso era di 2s, in erosione del tempo di giallo,
spesso ancora oggi è di 2s, pur con un giallo eroso di tutto
il tempo di sgombero dell'intersezione, a prescindere dalla lunghezza
della traiettoria dalla linea di arresto fino all'ultimo punto di
confitto.
Questo
perché nessuno ha mai rivisto le impostazioni generali,
limitandosi a ridurre il tempo di giallo.
Il
numero di incidenti al semaforo è sempre stato
percentualmente
poco rilevante, quando però l'incidente è grave
il
profilo di colpa è dedotto rilevando che il presunto
colpevole “attraversava l'area dell' intersezione con
semaforo che
emetteva luce rossa”, uno stato di fatto avvallato
teoricamente nella consuetudine progettuale, pur in contrasto con il
41/10.
Detta
in parole povere, con la regolazione attuale lo sgombero
dell'intersezione è sempre con luce rossa, tale previsione
in
contrasto al 41/10 e 41/11 nemmeno è sanzionata dalle
macchinette automatiche. Tutto questo costituisce un errore
sistematico certamente non attribuibile in maniera univoca all'utente
. Chi in conseguenza di errore di altri fa un incidente grave rischia
la galera per colpa non sua.
Va
precisato che fino al 2002 la nozione “area
dell'intersezione”
non era ancora stata giuridicamente definita, ma dopo la definizione
l'individuazione geometrica è più ardua della
progettazione del ponte di Messina. Riporto
24-bis
Intersezione Stradale: parte di piattaforma stradale che risulta
comune a due o più strade non parallele, compresi gli
apprestamenti stradali attrezzati(corsie di accelerazione
decelerazione accumulo) in modo da consentire il passaggio delle
correnti veicolari tra i diversi rami della stessa intersezione.
Ciò
non di meno la situazione reggeva perché gli incidenti al
semaforo da sempre sono attestati intorno all' un percento del
totale. Invariati dopo l'inserimento delle sanzionatrici automatiche.
La
scelta di interventi di armonizzazione, regolazione del traffico,
repressione dei comportamenti illeciti è atto dovuto, il
numero di morti elevato, il numero di tetraplegici da incidente
stradale (attualmente 20.000 per un costo sociale unitario di mezzo
milione di euro) rende conto dell'impellenza ed
inderogabilità
di interventi.
Tuttavia
per incidere su una somma conviene incidere sugli addendi
maggiormente rilevanti, per questo motivo l'intervento sui semafori,
tra l'altro residuali dopo l'avvento delle rotonde può
essere
classificato a bassa priorità.
Di
fondo un problema, ogni intervento che alteri una situazione
consolidata comporta dei costi, introduce dei benefici, ha effetti
collaterali indesiderati, ha la necessità di essere
introdotto
con cautela e dopo attento monitoraggio per valutare ritorni nemmeno
supposti.
In
spregio a queste considerazioni nel 2003 sono entrate in funzione le
macchinette sanzionatrici e dal 2004 in automatico senza agente di
polizia.
Nelle
infrazioni rilevate in automatico al semaforo la sola Citesse con il
Tred ha totalizzato dal 2004 ad agosto 2008 un milione e seicentomila
infrazioni, un trend crescente nonostante le polemiche, con un numero
di operatori crescente dati i guadagni, è facile presagire
che
in breve tempo il costo sociale supererà quello dei
paraplegici. Inalterate le statistiche di incidenti alle
intersezioni.
Se
a questo sommiamo la
marea di ricorsi e costi conseguenti, la compressione della
libertà
personale derivante dalla sottrazione di punti della patente ed i
costi collegati, si ha la percezione precisa di una disfatta.
Mi
scuso per il cinismo economico cui riconduco le mie valutazioni, ma
se non si vuole parlare di soldi parliamo di vite umane, di tratta di
aspetti intercambiabili attraverso dei coefficienti di conversione.
Soldi
significa anche istruzione, sanità, durata di vita, tutela
dell'ambiente ecc...
Ogni
utilità maggiormente percorsa, avviene a scapito di altre
utilità, quindi il problema è stabilire un ordine
di
priorità delle scelte, anche se nel medio periodo siamo
tutti
morti, anche se il flipper vince sempre Lui.
Questa
premessa per capire la filosofia sottostante le argomentazioni
proposte.
Il
profilo tecnico del merito non è meno intrigante.
Per
studiare il comportamento si è soliti separare in due gruppi
i
veicoli sopraggiungenti semaforo, una speculazione condivisibile che
facilita la descrizione dei comportamenti presumibilmente
prevalenti isolandoli tra due estremi.
Questa
speculazione porta ad individuare una teorica linea di separazione
Questa
linea è situabile prima della linea di arresto ad una
distanza
calcolabile sempre che ci si metta d' accordo su due parametri
fondamentali, il tempo di reazione e la decelerazione
Il
tempo di reazione è una cosa misteriosa, variabile ad umore
e
citazioni bibliografiche del relatore tra 0,8 e 3s.
Per
fortuna esiste un riferimento di legge che lo pone pari a 2,8-0,01v
nella
valutazione della
distanza di arresto pari cioè a 2,3s a 50km/h
-
Nel paragrafo 5,1,2
delle
NORME
FUNZIONALI E GEOMETRICHE PER LA COSTRUZIONE DELLE STRADE
collegata
al D.M. 5 Novembre 2001
ISPETTORATO GENERALE PER LA
CIRCOLAZIONE E LA SICUREZZA STRADALE
e
questo dovrebbe chiudere la partita. Nemmeno a pensarci.
Per
quanto riguarda l'accelerazione è ancora peggio, abbiamo un
diluvio di dissertazioni accademiche sull'aderenza nelle più
svariate condizioni per tutti i battistrada, per tutte le
pavimentazioni e conglomerati stradali, per tutte le condizioni
atmosferiche e così al posto di un numero abbiamo un range
per
l'aderenza compreso tra 0,2 e 0,8.
Non
manca chi sottolinea come in formula uno, attraverso alettoni che
aumentano in modo fittizio il peso, con mescole collose dei
pneumatici si possa arrivare a 1,9 .
Ne
va
trascurata l'osservazione sull'efficienza frenante che nel rispetto
di protocolli di omologazione e revisione, su una quantità
rilevante di veicoli costituisce limitazione prevalente rispetto alle
condizioni di aderenza dei pneumatici.
Io
faccio questa considerazione, nella descrizione dell'intersezione si
parla di corsie di accelerazione e decelerazione, tenuto conto che
Il
D.M. 19-04-2006 pubblicato sulla gazzetta ufficiale del 24-7-2006
n°170.
In
relazione alle corsie di accelerazione e decelerazione per strade
diverse da autostrade e strade di scorrimento veloce individua una
accelerazione di 2m/s².
su
strada piana trascurando attrito volvente e resistenza aerodinamica
valori di second'ordine.
(paragrafo
4, caratterizzazione geometrica degli elementi dell'intersezione)
Assumo
riferimento per il calcolo una accelerazione di 2m/s².Tutto
risolto? manco per idea.
Se
qualcuno dispone di
indicazioni normative di rango maggiore si faccia avanti.
A
prescindere dalla composizione tecnica della querelle.
Pensare
che il
comportamento dell'utente sia in maniera perentoria deciso da una
linea di separazione che fisicamente non c'è, la cui
collocazione teorica a posteriori è oggetto di dissertazioni
teoriche ed ideologiche, che nelle diverse valutazioni è
fluttuante in uno spazio di 40 metri è da commedia
dell'assurdo.
Ammettiamo
che questa linea si univocamente definibile,perfino fisicamente
realizzata, pretendere che il comportamento dell'utente sia
conseguenza di questo fatto e si adagi su uno dei due comportamenti
estremi, è indebita estensione della norma che al contrario
prevede in via principale che allo scatto della luce gialla si inizi
manovra di arresto.
Certamente
dobbiamo valutare se il comportamento dell'utente è
rispettoso
della norma di legge, ma questo non comporta la verifica se ha
sintetizzato in un secondo la possibilità di appartenenza ad
un insieme fluttuante descritto da leggi della cinematica ignote e
oggetto di discussioni annose nelle applicazioni concrete. A me basta
osservare che:
Esiste
carenza
infrastrutturale perché non è individuata la zona
di
separazione tra due comportamenti difformi, questo è all'
origine dell'errore sul fatto.
Errore
sul fatto
ascrivibile alle scelte amministrative del comune che, non deducendo
i tempo da un progetto, impone tempi arbitrari e scriteriati.
Errore
sul fatto
ascrivibile a tutta la catena di controlli omessi, ascendenti fino al
Ministero che ha derogato ai compiti istituzionali di controllo, sui
progetti non fatti, sulla capacità di piccoli comuni di
addossarsi funzioni tecniche rilevanti.
Quando
il tempo di giallo
impostato è inferiore al tempo di sanzionabilità
esiste
una quantità statisticamente definita e calcolabile di
utenti
che possono incorrere in inevitabile infrazione.
Al
contrario esiste una
quantità di utenti sempre statisticamente valutabile che pur
con comportamento non conforme non sono sanzionati.
Riducendo
il tempo del
giallo non solo si sanzionano molti utenti diligenti, ma creano
condizioni maggiormente favorevoli per i furbi, l'apoteosi del peggio
del peggio.
Complessivamente
un sistema di grande iniquità che rischia di sanzionare
proprio gli utenti più diligenti, una stima della
velocità
media subito dopo la linea di arresto inferiore a 30- 35 km/h deve
considerarsi indizio di diligenza.
Ad
ogni
modo, Il diverbio tra diverse valutazioni tecniche deve trovare
composizione preventiva e concretizzarsi in elementi architettonici,
strutturali, segnaletici di inequivoca interpretazione.
L'avvento
delle macchinette sanzionatrici, ha da un lato evidenziato
l'inadeguatezza della
situazione
di fatto esistente, dall'altro la carenza degli strumenti di analisi
e progettazione che costituiscono il bagaglio tecnico del
progettista, per ultimo le omissioni di cui sopra .
Nella
progettazione tradizionale ho fatto riferimento all'adagiarsi su due
condizioni estreme, arresto o transito divise in obbligatorio
comportamento da una linea ideale trascurando l'infinita
possibilità
di comportamenti consoni o non consoni che sono intermedi tra questi
estremi.
Faccio
ora riferimento a un aspetto nuovo emerso proprio con l'avvento delle
macchinette e con il protocollo di omologazione di queste.
Il
percorso necessario all'arresto del veicolo è
tradizionalmente
calcolato su una traiettoria che è l'interasse tra la
posizione in cui si trovava al segnale di arresto e la posizione ad
arresto avvenuto.
Questo
spazio non corrisponde però a quello di
sanzionabilità perché al veicolo è
rilevata infrazione finché
non ha sgomberato con tutto il retrotreno la linea di arresto.
E'
necessario pertanto introdurre due nuovi concetti con l'avvento delle
macchinette
lo
spazio di sanzionabilità e tempo di
sanzionabilità.
Lo
spazio di sanzionabilità è dato dalla traiettoria
tradizionalmente descritta come spazio di arresto cui si somma la
lunghezza del veicolo.
I
tempo
di sanzionabilità è la somma del tempo
complessivo
necessario all'arresto con il tempo necessario al veicolo a percorre
se stesso teoricamente alla velocità media di ripresa.
Entrambi
questi valori richiedono per il calcolo l'identificazione di una
curva della velocità .
Siccome
i comportamenti sono i più disparati esiste solo la
possibilità di individuare i limiti estremi e di fare
ipotesi
su curve di maggiore probabilità.
Allo
stato attuale tutte le tabelle che descrivono il comportamento per
l'arresto sono inadeguate in quanto nemmeno prevedono il tempo di
sanzionabilità.
Preme
sottolineare che la regolazione semaforica è oggi
incongruente
al c.d.s.
Le
macchinette sono incongruenti sia al c.d.s che alla regolazione
semaforica.
Il
binomio macchinette sanzionatrici e regolazione semaforica è
sicuramente vincente basta rivedere in senso coerente impostazioni e
funzionamento di entrambe le peculiarità.
Una
osservazione a margine
Mi
sono
spesso trovato a sostenere che
L'art.
41/10 del c.d.s. regola il comportamento dei veicoli in movimento
L'art.
41/ 11 del c.d.s. regola il comportamento di veicoli in condizioni
statiche.
La
distinzione tra veicoli in condizioni statiche e in movimento
è una approssimazione,
da
un
punto di vista teorico un mezzo è in condizioni statiche
quando la sua velocità è pari a zero, il moto
stesso a
velocità costante è considerato una situazione
statica.
Non
nella fisica la spiegazione dell'ipotesi di cui sopra ma nel buon
senso e nell'empirismo.
Focalizzo
sul punto.
Se
un
veicolo si trova ad un metro dalla linea di arresto a 50km/h allo
scatto del rosso certamente non può rispettare il 41/11.
Certamente
non può fermarsi ma esiste possibilità che operi
nel
rispetto del 41/10 infatti alla norma principale (arrestati )
è
concessa una deroga per profili di possibilità e
prossimità.
Si
può
obiettare che tale deroga riguardi la sola luce gialla e non la luce
rossa, ma la norma vincola il comportamento dell'utente in
conseguenza della luce gialla, la comparsa della luce rossa sfugge
alla sua diligenza ed è nella potestà dell'
amministrazione.
Da
questo combinato si deduce che la norma di cui al 41/11 è
recessiva rispetto al 41/10 ed interessa il posizionamento dei
veicoli che potendosi arrestare ai sensi del 41/10 non rientrano
nella deroga prevista.
A
supporto di queste valutazioni allego uno studio fatto ricorrendo a
dei diagrammi commentati.
VALUTAZIONE
DELLE
CONDIZIONI DI ARRESTO DI UN VEICOLO IN SITUAZIONE DI FATTO AL
SEMAFORO
*********
Descrivo
il comportamento di un generico veicolo in prossimità di una
intersezione semaforizzata assistita da apparecchiatura sanzionatrice
automatica.
Per
valutare le condizioni di arresto di un veicolo in risposta ad
comando esterno, faccio riferimento a parametri desunti direttamente
od indirettamente da norme cogenti
Utilizzo
tr = 2,8-0,01*v per tempo di reazione cioè 2,3s
a 50 km/h, unico valore ad oggi esplicitato da legge vigente.
Utilizzo
a = -2m/s² accelerazione
in frenata, un valore già precedentemente motivato.
Questi
valori sono però ininfluenti sulle analisi che seguono,
analisi che resistono a valori discretamente diversi.
Un
conducente sta percorrendo la strada alla velocità di 50km/h
ovvero v= 13,88m/s ,avverte improvvisamente un ostacolo davanti che
impedisce di procedere.
Inizia
la manovra di arresto e percorre uno spazio in frenata descritto
dalla formula
S=Si+v*tr
+1/2at²
prendo come riferimento il punto di arresto S=0 ed
Si = -v*tr- 1/2at²
Risolvendo
si ottengo un spazio di 32 metri percorso alla velocità di
13,88 m/s in un tempo di 2,3s, a questo si somma tratto di 48m
percorso a velocità decrescente fino all'arresto in un tempo
di 6,94s per un tempo complessivo di 9,24s
Esprimo
queste funzioni nell'annesso diagramma, la curva fucsia rappresenta
il decorso del tempo e la curva verde la velocità con
frenata
ad accelerazione costante.
Nello
schema di arresto al semaforo pongo l'origine degli assi sulla linea
di arresto e raffiguro un mezzo pesante nella posizione di scatto del
giallo e nella posizione di arresto.
Ipotizzo
che esista sanzionatrice automatica che eroga sanzione quando il
mezzo è sopra la linea di arresto o l'ha sorpassata di poco
diag.1
come
si vede in queste condizioni il mezzo si ferma e non è
multato.
Questa
condizione rappresenta quella limite, i mezzi che allo scatto del
giallo si trovano più distanti di 80 metri possono
arrestarsi
e non sono multati.
Quelli che
allo scatto del giallo si trovano a 79,5 metri sono nelle condizioni
di non potersi fermare, se frenano per ottemperare al precetto non
devono essere multati.
Le
cose però non stanno così, il mezzo che ha
oltrepassato
la linea di arresto è fotografato perché si trova
nell'influenza delle spire della macchinetta sanzionatrice al momento
dell'arresto, se accelera con accelerazione di 2m/s², dopo 1,5
secondi al secondo scatto è colto dopo aver percorso poco
più
di tre metri dalla seconda foto.
Il
mezzo fermo, Vo=0 che parte dalla linea di arresto origini degli assi
di riferimento So=0 riprende velocità e percorre uno spazio
nel tempo dato dalla formula S=1/2at²,
per
uscire
dalla sua lunghezza impiega un tempo t= √
(2S/a) se poniamo a =2m/s²
t=4,3s per
un mezzo lungo 18,5 m
t=2,2s per
un mezzo lungo 5 m
Questo
avviene perché ho ipotizzato che la velocità
scenda
sino a zero.
Nei
casi concreti il conducente pur non potendo discernere fin da subito
sulla possibilità o meno di fermasi, meglio discerne nel
tratto compreso tra 5÷15m
dalla linea di arresto.
Riporto
nel grafico per meglio fare il raffronto, la curva dei tempi in
frenata di colore fucsia e la retta dei tempi di velocità
costante di 13,8 m/s di colore giallo.
diag.2
Si
osservi come a 10,2 m dalla linea di arresto la frenata ha
introdotto un ritardo di 1s o a parità di tempo una
differenza nel tratto percorso di soli 8,7 metri.
Quantità
entrambe percettibili che meglio orientano sul proseguo del
comportamento
Dopo
70 metri percorsi dallo scatto del giallo,il guidatore solo allora
matura consapevolezza se la scelta fatta 38metri prima dopo 6,04
secondi dallo scatto del giallo sia stata opportuna.
Da
questo momento in poi le differenze si impennano fino al momento
dell'arresto.
Chi
frena arriva alla linea di arresto 3,54s dopo di chi procede a
velocità costante.
Al
momento in cui il veicolo che ha frenato arriva alla linea di arresto
quello che ha tirato diritto si trova a 49,4 metri più
avanti.
Per
gli
utenti che al momento dello scatto del giallo si trovano a 79,5 metri
dalla linea di arresto, la scelta di comportamento appare
più
dettata dal caso che da percezione sul fatto.
Questo
per mancanza di presegnalazione di un'area che assieme al scatto del
giallo dirima sul comportamento relativo ad accadimenti successivi.
Apro
una parentesi per osservare che l'inserimento
di un countdown non solo comprime di almeno 1,5 secondi il tempo di
reazione ma permette di fare la scelta di comportamento molto prima
di quando la percezione personale lo renda possibile.
Lo
schema permette un'altra osservazione.
I
veicoli che allo scatto del giallo si trovano tra gli 80 ed 80+30,6
metri dalla linea di arresto possono fermarsi entro i limiti ma se
tirano diritto non sono sanzionati.
diag.3
Il
fatto è maggiormente evidente traslando la linea gialla di
30,6metri verso destra, si osservi come per questi veicoli il tempo
di uscita dai 18,5 metri della lunghezza veicolo corrisponde al tempo
di arresto per chi frena.
Se non si
considera la lunghezza del veicolo alcuni di quanti si comportano
correttamente sono sanzionati, altri che si comportano scorrettamente
la fanno franca.
Le
curve di velocità descritte costituiscono i due estremi di
comportamento, in mezzo è possibile descrivere una
moltitudine
di possibilità maggiormente probabili e maggiormente consone.
Oltre
alla velocità della strada, l'apprezzamento di
prossimità
consiglia di ridurre la velocità di 13,88 m/s ad una
velocità
di 8,3 m/s (30km/h) a partire dai 50 metri dalla linea di arresto,
così come è ragionevole pensare che ci siano
utenti che
alle condizioni normali si rendono conto di non potersi arrestare
solo a 4-6 metri dalla linea di arresto e riprendono accelerando, ove
fotografati è possibile ricostruire delle
velocità
medie tra i due scatti intorno ai 25÷35
km/h.
Dati
statistici ( quei pochi che purtroppo sono raccolti) e
velocità
medie desunte attraverso posizioni e tempi nei fotogrammi dei multati
identificano il range 25÷35
km/h come dispersione intorno alla media e la velocità di
30km/h come maggiormente probabile.
E
necessario pertanto uscire da una analisi che considera gli estremi e
fare delle ipotesi su curve di velocità ipotetiche congrue a
dati statistici che permettano la percorrenza del veicolo su se
stesso.
diag.
4
In
questo schema è tracciato, linea rossa per
velocità e
tempi,il comportamento che sembra essere più frequente ed
anche maggiormente corretto.
Si
osservi in particolare come il tempo per uscire di 18.5 metri dalla
linea di arresto è inferiore a quello per arrestarsi sulla
linea stessa. Tuttavia questa scelta di frenata morbida per 19
metri dopo la maturata percezione di giallo e di poi proseguire,
è
dettata da regola di comportamento generale più che da
risposta alla valutazione sul fatto perché tempi e spazi
differenziali rispetto ad una non frenata sono irrisori.
E
possibile soprattutto in persone timorose e diligenti che questa
frenata persista e quando si matura consapevolezza di non potersi
fermare si acceleri come nel grafico successivo.
Diag.5
In
questo grafico in cui il cambio di scelta è a 10,2metri
dalla
linea di arresto e poi si accelera di nuovo il tempo per uscire dai
18,5 metri è superiore al tempo per arrestarsi e l'utente
è
multato, la velocità media calcolato con riferimento ai
fotogrammi è di 26 km/h.
E'
possibile così concludere
Nel
comportamento al semaforo assistito da sanzionatrici automatiche
-
bisogna
implementare gli spazi ed i tempi rispetto all'arresto per tener conto
della lunghezza non puntiforme del veicolo.
-
Le
sanzionatrici automatiche come ad oggi strutturate con un tempo di
giallo correttamente impostato non sanzionano alcuni che non
ottemperano al precetto pur potendolo fare.
-
Le curve a
velocità costante senza frenata e la frenata a qualsiasi
costo, sono sbagliate e nemmeno riflettono il comportamento
statisticamente rilevato.
-
E'
possibile identificare un tempo limite di sanzionabilità ,
maggiore del tempo complessivo necessario all'arresto di una
quantità pari al rapporto tra lunghezza veicolo ed una
velocità pari al 60% della velocità della strada.
-
L'inserimento
del countdown abbassa il tempo di risposta piramidale e permette
all'utente una scelta di comportamento precedente al maturare di sua
percezione personale.
Le
macchinette sanzionatrici sono omologate per sanzionare chi allo
scatto del rosso è nell'influenza di due sensori uno prima
ed
uno dopo la linea di arresto, con la verifica aggiuntiva che il
veicolo comunque procede.
Almeno
due foto sono richieste una sopra la linea di arresto o subito dopo,
una a 1,5s dalla prima, questa ulteriore foto serve a documentare che
il veicolo non era fermo sopra la linea ma che ha continuato
l'attraversamento.
Le
due foto supportate da rilievi sul posto, nel limite dell'errore di
paralasse, permettono di valutare lo spazio percorso dal veicolo e
quindi di valutare la velocità media nel tratto documentato
dai fotogrammi dopo la linea di arresto.
Questo
dato è stato utilizzato in giudizio per dimostrare il
comportamento colposo dell'utente,
non
è infatti sufficiente l'elemento oggettivo dell'infrazione
documentato dal fotogrammi per erogare la sanzione amministrativa,
l'art 3 della legge di depenalizzazione n° 689/ 1981 prevede
infatti che per erogare la sanzione esista il profilo di almeno colpa
in carico al responsabile.
Gran
parte dei multati sostengono di essere incorsi in inevitabile
sanzione per un tempo di giallo troppo breve, errore sul fatto
addebitabile ad altri, in questo caso al Comune che ha impostato il
giallo del semaforo ad un valore troppo basso, questo esclude la
colpa del responsabile dell'infrazione.
E'
del tutto evidente come dall'analisi di cui sopra, che la colpa o
meno dell'utente si riferisce a fatti avvenuti ante linea di arresto.
La
sanzionatrice documenta fatti avvenuti dalla linea di arresto in poi.
E'
possibile che il comportamento precedente l'infrazione sia
univocamente dedotto da fotogrammi successivi?
Le
amministrazioni interessate attraverso tecnici di loro fiducia hanno
risposto positivamente a questa domanda ed hanno elaborato il metodo
deduttivo induttivo che riporto.
Siccome
dai due fotogrammi è possibile ricavare la
velocità
media nel tratto di 1,5 s dopo la linea di arresto, si estrapola il
dato e si assume che questa sia la velocità anche nel tratto
ante linea di arresto.
Una
ipotesi velleitaria e infondata, tanto più quanto si
riferisce
ad un'area deputata ad un transitorio tra la velocità della
strada e la velocità zero.
Il
fatto che queste ipotesi siano avanzate da persone che si occupano di
ricostruzione di incidenti stradali non da affidabilità
aggiuntiva, anzi induce al sospetto su valutazioni atte a sostenere
sentenze con importanti risvolti penali e patrimoniali. Riporto in
un diagramma con curva rossa l'ipotesi controversa e molte altre
curve maggiormente verosimili alcune relative ad inevitabile
infrazione, altre in profilo di almeno colpa.
Curve
per velocità media di 8,3 m/s (30/km/h) nei 12,5 metri
percorsi in 1,5 s dopo la linea di arresto.
diag.6
Osservo
che le curve che rispettano le condizioni di velocità media
così come sopra dedotta, sono infinite alla seconda,sono
descritte cioè da due gradi di libertà
velocità
ed accelerazione.
Alcune
curve sono spezzate, riflettono lo stop da indecisione o condizioni
del traffico.
Qualcosa
si può comunque dedurre.
I fotogrammi
scattati secondo protocollo di omologazione a partire dalla linea di
arresto, nulla dicono del comportamento dell'utente la dove si forma
colpa od inevitabile infrazione.
Nelle
infrazioni del codice della strada, vige la presunzione di
colpevolezza che può essere rovesciata solo con querela per
falso rivolta a chi ha redatto il verbale.
Sembrerebbe
in capo all'utente l'onere della prova.
Si
tratta di una falsa interpretazione, il profilo di falsità
riguarda aspetti avvenuti in presenza dell'operatore di polizia e
attengono all'essenzialità del fatto verbalizzato, non certo
alla burocratica trascrizione di un verbale da rilievo automatico.
A
meno non si ipotizzi querela per falso alla macchinetta
sanzionatrice, ormai non mi stupisco più di nulla.
Sembrano
valutazioni di pertinenza giuridica, convinto del contrario rilevo la
presenza di territori di nessuno, si ritraggono tecnici e giuristi
entrambi contano sull'altro.
In
questo la spiegazione dell'errore d'inserimento di un tempo di tutto
rosso a scapito di un giallo dedotto da norma di legge fin dal
bollettino 150 CNR del 1992.
Valuto
ora la situazione in accelerazioni diverse, riprendo lo schema
precedente con implementata la lunghezza del veicolo inserendo anche
una curve con frenata di a= 3 m/s² – in verde le
curve di
tempi tempi e velocità.
In
questo caso la frenata tecnica dura 4,63s e si protrae per 32m
Osservo
come la curva verde integrante lo sgombero del veicolo su se stesso,
pur diversa nella fase ascendente, sia molto simile a quella blu
traslata di 16m.
Osservo
che la differenza temporale per arrivare allo sgombero della linea di
arresto con il retrotreno è di solo 1,34s.
Una
conseguenza del fatto che uno solo dei tre valori frenata tecnica-
tempo piramidale, sgombero del veicolo su se stesso è mutato.
Un
cambiamento che per accelerazioni maggiori( se plausibili )
è
ancora meno significativo dato che tale addendo in variazione, perde
sempre più significato sulla somma complessiva.
Nel
grafico ho rappresentato una segmentazione del tempo a 5 secondi,
nell'ipotesi che a questo valore sia impostato il giallo del
semaforo.
In
questo caso le curve perdono significato e le accelerazioni si
impennano lo spazio totale di arresto diventa di circa 60 metri,
tolti 18,5 metri per lo sgombero dell'autotreno su se stesso
tolti
32 metri percorsi nel tempo di reazione piramidale 9,5m è
quanto rimane per la frenata tecnica
diag.7
Pe
r quanto riguarda i tempi 2,3s sono il tempo piramidale,
t=18,5/8,33=
2,2s il tempo di sgombero un autotreno su se stesso
t=5/8,33 =0.6s il tempo di sgombero di
un'autovettura su se stessa
si
deduce un tempo residuo di frenata tecnica è di 0,5s per
l'autotreno e di 2,1s per la vettura
Le
accelerazioni richieste dall' Amministrazione sono
a
= 13,88/0,5 = 27,76 m/s² per l'autotreno
a= 13,88/2,1 = 6,6 m/s² per la vettura
Per
l'Amministrazione questo ed altro.
Ho
già evidenziato come utenti che tirano diritto anche se si
trovano oltre la zona di arresto possibile,non sono sanzionati
osservo anche che questa generosità interessa maggiormente
chi
percorre l'intersezione a velocità maggiore o addirittura
accelera in prossimità.
In
termini generali maggiore è la velocità di
attraversamento minore è la probabilità di
incorrere in
infrazione. Un rovesciamento delle aspettative.
Assieme
alla documentazione di comportamento dopo la linea di arresto fatto
dalle macchinette, questo rappresenta il limite insito nel cattivo
utilizzo del sistema.
Ad
oggi macchinette come il Tred, in grado di fare un filmato, possono
funzionare con grande efficacia ai fini repressivi e con grande
affidabilità a tutela degli utenti diligenti.
Descrivo
per evidenziare la distanza dalla situazione attuale una corretta
gestione dei segnali e degli accessori
Ho
dedotto che il tempo di sanzionabilità per le auto sia 10
secondi, con l'inserimento di un countdown tale tempo può
ragionevolmente essere ridotto fono a 7-8s.
Il
tempo del giallo sarà più alto per quanto
riguarda lo
sgombero dell' intersezione fino al punto di ultimo conflitto, punto
che dipende dalla fasatura delle correnti e che attiene ad una
indagine specialistica per geometria e tempi.
La
sanzione in automatico è erogata con il passaggio del
semaforo
che emette luce gialla
in
accordo con il dettato di cui al 41/10.
Il
giallo è frazionato in giallo continuo e giallo pulsante
secondo la divisione individuata dai diversi valori di tempo di
giallo e tempo di sanzionabilità.
In
definitiva dopo la corrente verde compare ad esempio un giallo
lampeggiante per un tempo ts seguito da un giallo continuo che dura
della quantità tg-ts
Il
tempo sulla macchinetta sanzionatrice è impostato per un
valore ts che è praticamente costante in tutte le
intersezioni
piane.
Il
Tred è dotato di due telecamere una a grandangolare ed una a
fuoco variabile con OCR per il riconoscimento della targa, la
telecamera grandangolare dovrà cogliere tutta l'area
dell'intersezione per descrivere il comportamento dell'utente fin
dal momento d'ingresso nell'area per l'arresto.
Alla
stato attuale è possibile in maniera automatica descrivere
la
curva di velocità utilizzando le sole telecamere in
postazione
fissa, evidenziando anche gli utenti che attraversano la linea di
arresto con tempo inferiore a ts, ma solo perché si sono
avvicinati a velocità elevata integrando due violazioni,
quella della velocità e quella di mancato arresto con il
giallo pur potendolo fare entro i termini.
Purtroppo
per le amministrazioni una corretta gestione del semaforo
sarà
un costo e non una fonte di guadagno.
Un
costo che però sono tenute ad assumersi, se si vuole
seriamente perseguire la sicurezza.
Questa
analisi ha scopo ricognitivo, a completezza indico una maniera
provvisoria per calcolare il tempo di sanzionabilità
“
ragionevole “ nelle attuali condizioni di rilevamento.
Dico
maniera provvisoria perchè come sopra dedotto ritengo
necessario rivedere in maniera complessiva tutta la materia.
Introduco
nuovamente i diagrammi considerando soltanto l'ipotesi di
comportamento limite consono al c.d.s per realizzare l'arresto per
un'automobile e ed un autotreno.
L'ipotesi
è questa: auto ed autotreno decidono di arrestarsi frenando
fino a velocità pari a zero e arrivano a farlo precisamente
sulla linea di arresto, decidono a questo punto di procedere. Una
facoltà che diventa obbligo se trasliamo di un cm il
ragionamento.
diag.
8
Il
tempo di sanzionabilità per l'autotreno è di
13,58s per
l'automobile di 11,46s evidenziati nella curva color fucsia,
dedotta nel momento in cui come su disegno stanno uscendo dalla linea
di arresto,ultimo punto di sanzionabilità in automatico.
Come
si vede lo spazio coperto è lo spazio di arresto +la
lunghezza
del veicolo.
Se
facciamo riferimento alla curva blu che a mio avviso riflette un
comportamento più verosimile, appare accettabile in entrambi
i
casi prevedere un tempo di sanzionablità pari a 9,23 s per
entrambi i veicoli.
Una
approssimazione che ci permette di prendere un valore per il tempo di
sanzionabilità pari al tempo per l'arresto.
Questo
non elimina del tutto il pericolo di infrazioni inevitabili,
perchè
lascia scoperti gli utenti che realizzano di non potersi fermare solo
ad una distanza inferiore a 10m dalla linea di arresto, effetti
collaterali per adoperare una locuzione diventata improponibile, un
ragionevole compromesso teso a mantenere un livello di servizio
all'intersezione accettabile.
Queste
approssimazioni, sono una risposta empirica all'accertamento del
rispetto individuale all'art 41/10- 41/11, solo attraverso una
ricostruzione dei meccanismi di regolazione e degli interventi di
controllo è possibile fare meglio.
Concludo
indicando un valore di 9,23s per il tempo di sanzionabilità
provvisorio valido per tutte le intersezioni su strada piana.
Su
strada in pendenza tale valore è maggiore in una direzione e
minore sull'altra.
Antonio
Menegon
Marostica
14-06-2009
Allegato1 alla CTP rg. 1713/2008 giudice
di Pace Letterio Balsamo
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